I GENESIS AL PIANOFORTE

Da quasi 12 anni ho svolto un lavoro piuttosto intenso sulle partiture originali dei Genesis dal 1970 al 1980, in particolare sulle parti di pianoforte e tastiere di Tony Banks e non solo. Dal primo doppio album PLAY ME SONG (2014) all’ultimo THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY (2025) l’intenzione non è mai stata quella di clonare l’originale come un compitino, semmai quella di restituire emozione e intensità orchestrando armonie e melodie di partenza con rispetto ma sempre con una certa dose di originalità, laddove possibile. D’altronde, se dal vivo si cerca spesso il clone (e dopo i The Musical Box non vedo proprio l’utilità di andare oltre in quel senso…) in studio sarebbe invece inutile registrare qualcosa di fin troppo simile all’originale. Personalmente però credo che anche dal vivo il discorso della variazione abbia linfa vitale, soprattutto se effettuato a valle di un rigoroso studio sulle parti realmente suonate in studio da Tony Banks. Dico questo perchè troppo spesso mi è capitato di ascoltare pianisti che eseguono i Genesis dell’epoca, in alcuni casi anche molto talentuosi e tecnicamente sicuramente superiori al mio livello. C’è una cosa che purtroppo emerge troppo spesso: la tecnica pianistica accademica prevarica le scelte stilistiche, fin nella diteggiatura, nei respiri e nell’approccio ritmico, di un compositore e interprete – cresciuto con la musica classica ma non solo – che non scriveva o suonava esclusivamente il pianoforte. In altre parole, l’approccio pianistico alle partiture di Banks andrebbe fatto essenzialmente e preferibilmente dopo aver studiato a fondo ciò che il tastierista ideava e suonava sulle tastiere dell’epoca. Dopodichè la trascrizione al solo pianoforte, soprattutto quando deve essere unita alle altre parti importanti dei Genesis (voce, basso, assoli di chitarra e ritmica), verrà certamente più fluida e completa. Io fino a oggi ho ascoltato solo un pianista effettuare un percorso di questo tipo ovvero il canadese David Myers, che non a caso ha affrontato e inciso i Genesis al pianoforte solo durante e dopo i suoi primi tour con i The Musical Box. Di altri molto bravi ce ne sono tanti, ma quasi mai emerge la profonda consapevolezza del Banks tastierista sul palco dei Genesis. In fondo non è facile trovare il giusto compromesso tra il compitino della parte eseguita più o meno bene come è scritta e il ricamo accademico, spesso non necessario e che inevitabilmente allontana l’emozione presente nell’originale. (FG)